venerdì 23 maggio 2014

Dove abita l'universo? Riflessioni dopo un lungo silenzio




Inizio scusandomi per il lungo tempo muto, che a dire la verità è stato anche un tempo di viaggi ed incontri per nulla silenziosi e che ha assorbito l'energia necessaria per mettermi davanti al bianco del foglio a raccogliere le idee. 
Alla fine ecco che sono qui, mentre il vento bizzarro di fine maggio stropiccia le nuvole davanti alla finestra e credo che potrebbe essere una buona idea partire e ripartire dal fondamento, dalle radici, dal corpo che in questo frenetico mondo rischiamo di trascurare e disconoscere.
Invece un bel respiro profondo e proviamo a condividere qualche riflessione su questo.


Il nostro corpo è il luogo dell'essere, semplicemente Essere mentre la vita ci attraversa. E’ il luogo delle sensazioni sottili, talmente delicate che basta il passaggio di un pensiero per perderne il contatto.
Quando è la mente egoica a prendere il dominio, noi non siamo più nel corpo, siamo in un altrove che sembra reale ma non ha nessuna realtà, siamo nel passato o nel futuro, in un passato o futuro raccontato e filtrato dalla nostra personale visione del mondo, sicuramente non siamo qui nel presente, nella presenza assoluta dell'adesso che è il nostro corpo.
Il corpo è la porta che ci permette di sentire la vita che ci attraversa, che ci insegna come il flusso incessante dei nostri pensieri sul mondo può passare in secondo piano, non così importante e saggio, rispetto al radicare ciò che siamo nel momento presente, nell'unica realtà che esiste. 
Questa semplice consapevolezza è ancora più importante in questo tempo che pare assaltarci come un brigante, con emozioni enfatizzate rimbalzate su giornali e televisione, emozioni grezze prive di riflessione e comprensione.
Questa semplice consapevolezza è la grazia e il dono di ogni semplice gesto, non delle grandi cose che immaginiamo di dover fare nel futuro, ma di ogni gesto, come camminare nel vento che attraversa la città adesso, come sentire il profumo dei gelsomini in fiore che avvolgono splendenti il muro di un giardino, come percepire il gusto del gelato sul palato o la qualità della luce che riempie lo spazio della strada. 
Semplicemente essere presenti, essere consapevoli ogni momento, che è l'unico momento, e se permetto alla mia mente di fuggire avanti e indietro sto perdendo questo momento di vita, lo sto perdendo per sempre, sto perdendo l'universo sconfinato di questo momento, in cambio di momenti futuri che non esistono.
Tutte le volte che porto la mia intera attenzione sul corpo il dialogo interno passa in secondo piano e si aprono spazi di silenzio, spazi sacri dove posso onorare la bellezza che è la vita e da questo silenzio incontrare gli altri diventa  possibile senza aggiungere definizioni ed etichette e, come è stato detto in un gruppo, posso riconoscere la totale bellezza di ogni creatura, dal silenzio della mente posso sentire la tenerezza per ogni creatura e aprire il cuore all'amore.
Quando riconosciamo la natura del dialogo interno possiamo vedere che sempre si occupa di separare e classificare, di enfatizzare differenze e gerarchie: questo è bello e buono, questo è cattivo e nemico, questo lo voglio questo non lo voglio, e sempre combatte con ciò che si presenta nell'adesso per privilegiare qualcosa che esisteva un tempo o che esisterà nel futuro, e la nostra esperienza diventa una battaglia faticosa e inutile.
Possiamo scegliere di spostare tutta questa energia nel sentire, di portare la totalità della nostra presenza nel momento che stiamo vivendo, di sentirlo nel corpo con tutti i sensi, accogliendo completamente questo momento.
Non c'è nulla che sia faticoso, solo ciò che c'è. 
E il viaggio della vita diventa questo passo che sto facendo e null'altro, non tutti i passi che farò o che ho fatto, solo questo passo che è possibile e che sta avvenendo.
E tutto l'universo è qui dove io sono, semplicemente.

Nessun commento:

Posta un commento

Printfriendly